running in the rain

immagine dal web

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Già lo so che finirò sotto al temporale, ma non m’importa, vado a correre lo stesso. Amo quel momento indefinito in cui la fatica dei primi km si allenta e trova il ritmo giusto coi muscoli e col respiro. Adoro percepire il movimento fluido, sentire tutto il mio corpo farsi energia, spingere avanti, schivare le pozzanghere, fare il pieno di ossigeno. Le prime gocce di pioggia sono una benedizione sulla pelle accaldata. E’ un piacere questo refrigerio e mentre rilasso ancora di più le spalle, le gambe viaggiano, il piedi e le caviglie si adattano al terreno. Vado incontro a quei nuvoloni gonfi e cupi laggiù, una cataratta d’acqua mi aspetta al varco. Sorrido. I pensieri filano via con al musica, col sentiero, con la stanchezza che è lì, ma ancora non si fa sentire troppo. Trapelano senza una logica apparente tra sogni e ricordi, tra rivelazioni e nuove questioni, arrivano fino a te, indugiano e poi si perdono. C’è dell’ineluttabilità in questo abbandonarmi, metto a tacere la paura che cova nello stomaco e i dubbi che tesse il cervello, cerco di ascoltarmi nel profondo, chiedo lumi all’istinto denudato dai perché, dai ma, dai forse. Non so dire in quando poco tempo finisco dentro il diluvio, la pioggia cola negli occhi, la maglietta si appiccica come una seconda pelle. L’acqua penetra ovunque, le scarpe già zuppe alzano schizzi impertinenti, a che serve scansare i fossi, più fradicia di così non potrei essere, diluita negli scrosci, sciolta nel desiderio di te. L’acqua è vita, mi si impregna addosso e pulsa nelle arterie.

Appena chiudo la porta di casa alle mie spalle, i vestiti cadono a terra con un tonfo intriso di sudore e pioggia, i capelli grondano, brividi prima di infilarmi sotto la doccia. Ancora acqua, ma bollente a riscaldare la pelle fredda, a lavare via le ultime incertezze. Correre il rischio di bagnarsi per poi scoprire che è magnifico, non è male. Ora so che correrò anche il rischio di viverti.

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16 pensieri su “running in the rain

    • Essere avventati e un po’ folli è un gran bel modo per sentire che la vita ci appartiene, che ci scorre dentro, che non la lasciamo scorrere via dandola per scontata. Vivere e amare (nel senso più ampio possibile) per me sono sinonimi.

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  1. C’è acqua e acqua, c’è calore e calore. La pioggia che cade a nostro involontario piacere e l’acqua della doccia di cui stabiliamo il getto e la temperatura. Non è così anche l’amore? Effettivamente, ci accade come un temporale e lo cerchiamo per farci avvolgere, come una doccia calda. Bella, sei!

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