pensieri bianchi

 Piani Eterni

E’ di questa pace che si nutre il mio spirito, del silenzio, degli spazi senza confini e del bianco immacolato, dove tutto può essere scritto e disegnato, dove tutto è ancora innocente e le possibilità infinite, i sentimenti limpidi e semplici. Bianco. Candido. Puro. Libero.

rosa

…grazie tZ ^_____^

ed è subito primavera

bucaneve

Un piccolo dono in questo oggi laborioso e macchinoso, un baluginio di bianchi boccioli che timidamente fanno capolino dal bordo della solita strada. Il sorriso si distende in un sospiro. L’aria è buona, dolce come il profumo di un bambino piccolo cullato nel sonno.

ubriaca di roma

Mi gira ancora la testa…Troppo, tutto insieme, troppo poco tempo. Tutto è un’opera d’arte, ovunque si posa lo sguardo uno strato di storia addosso ad un altro. Scorci ovvi visti e rivisti in tv e nei libri diventano reali, tridimensionali. Il Colosseo, il Vittoriano, i Musei Capitolini, l’Ara Coeli, Piazza Navona, la Fontana di Trevi, il Pantheon, San Pietro… Ma sono i dettagli ad ubriacarmi. Abituata come sono a cercare il punto di vista obliquo, il particolare che caratterizza, la peculiarità nel minuscolo. La canicola, il frinire delle cicale, i pini marittimi che giganteggiano, l’acqua fresca dei nasoni, la gente, tanti idiomi che si mescolano insieme, i gesti, quanti colori….mi perdo ad osservare le persone come i monumenti. Sulla metro c’è un moro alto con le orecchie da rugbista, il bracciale con le effigi dei santi e la cartella da studente; i ragazzini dipinti di tricolore che vanno al Circo Massimo per la finale degli europei, già fanno il tifo con tutto il fiato che hanno in corpo, esaltati non immaginando la batosta che si prenderanno appena più tardi; la ragazza di colore che si bacia col fidanzato, si guardano e si sorridono come solo due innamorati possono fare pieni di promesse, bellissimi, luminosi; il tipo strano ingobbito che mi fissa e mi impressiona non poco. Esseri umani. A momenti il caldo è davvero opprimente, ma l’anima è leggera e canta di luce, sorrido a bocca aperta come un cucciolo che vede il mondo per la prima volta fiducioso, ingenuo, neutro come un foglio bianco. La mia amica dice metti via subito il portafoglio, all’uscita della metropolitana aspetta, fermati quei due non mi piacciono, lasciali andare avanti non voglio che ci seguano. Ignara, io l’assecondo e mi affido alla sua esperienza. Da sola qui sarei una preda facile incantata come sono. E il modo di guidare nel traffico del suo compagno, romano d.o.c., spavaldo e rabbioso che ogni tanto se ne esce con delle espressioni che mi fanno schiattare dalle risare, io pensavo parlassero così solo nei film di Verdone invece sono così davvero! e lo dico con tutta la simpatia possibile chiaramente! “Che lo stai a vedè er Cuppolone?” – “Nur t’addobbà” (tradotto non ti inciampare) – “All’anima degli mortacci tua eddè treqquarti der condominio tuo!!!” Dalla mia testa escono rami carichi di immagini, tra i capelli impressioni raccolte e germogliate come foglie. Ecco come Dalì vede la sua compagna. Di tutta la mostra che abbiamo visitato, questo piccolo ritratto di Gala mi rimane dentro. Piccolo e immenso. Ecco in queste righe ho lasciato che si sciogliessero i pensieri e si condensassero i punti di vista. Roma così come mi è rimasta nel cuore: bella, intensa, complicata, pericolosa, pittoresca, multietnica, densa di passato, meravigliosa…

grazia e forza

Cammini lungo un sentiero grigio, la ghiaia che scricciola sotto gli scarponi, la fatica buona nelle gambe e ti cade lo sguardo dentro un palpito di colore…non finirò mai di meravigliarmi della forza con cui grazia e delicatezza nascono così dal nulla.

Ci sono momenti in cui dentro di noi scorrono pietre al posto del sangue. La vita come la natura è spietata, non fa sconti. Mai. Ci vorrebbe un manuale di sopravvivenza in dotazione dalla nascita, invece quel manuale ce lo dobbiamo scrivere e adattare addosso a furia di cadere, sbattere il muso a terra e rialzarci ogni volta. E da dove viene la carica per non  desistere? A volte è lo spiraglio di sole di un sorriso sincero, la goccia d’acqua fresca della presenza di un amico che sa ascoltare, il calore di una parola appropriata o meglio ancora la sferzata di vento dell’orgoglio di voler essere più caparbi della sventura a far germogliare da sotto la pietra il seme della perseveranza. Chi va in montagna lo sa cosa sia la perseveranza e quanto sia fondamentale per raggiungere la nostra vetta di grazia e dolcezza. Ecco…. l’energia che si nasconde nelle sfumature arancio e viola di un fiore che non si fa inghiottire dalle pietre.