fatica e sassi

Di neve ormai ce n’è poca anche su in alto, il vento l’ha spazzata via. Si arranca seguendo la traccia in mezzo alle pietre scure che emergono dal bianco. Le Dolomiti non sono solo calcare, ti sorprendono anche così, rocce vulcaniche colorate di licheni. Giorno terso, sole caldo, anche troppo. Le gambe tengono e il fiato anche. Tanto silenzio, solo gli sci che frusciano. Queste uscite durante la settimana sono belle perché non c’è nessuno in giro, è tutto nostro. Più si sale più i pensieri si impastano con la fatica. Sono sotto pressione, ma sono tranquilla, più di così non posso fare, vada come vada. La pendenza si ingentilisce e siamo già in cima.  Tè caldo e cioccolata a ristorarci mentre gli occhi fanno una panoramica a 360°. Scherzo sull’unica nuvoletta temeraria che percorre il cielo completamente pulito. Ormai non è più del cobalto dell’autunno, l’inverno lo slava e lo stempera in un celeste pallido e freddo. La linea delle montagne è nitida, non riesco a ricordarne tutti i nomi, ci vuole la cartina. La ferita sulla Civetta si vede bene da qui, sembra quasi che sanguini ancora tanto è profonda. La dolomia cede al tempo e i profili si usurano. Ti dicono stai saldo come una roccia, ma non è mica vero. Ora viene la parte più ardua, via le pelli e giù, con precauzione schivando i sassi. Sono in difficoltà, non riesco a fare una curva decente, anche se ho visto neve peggiore. Cado e mi rialzo, cado e mi rialzo. Pago l’inesperienza. Un po’ mi scoccio perché non riesco a far girare gli sci come voglio io, non trovo il ritmo. Ancora non ho sentito quel click, quando gli ingranaggi si allineano e cominciano a giare giusti, quando smetti di pensare a come fare tutti i movimenti e li fai e basta. E ti diverti. Certo mi dico che da zero a questo in un anno non è da tutti, mi ripeto ancora e ancora il motivo per cui lo faccio e non è un passatempo. Giù! Tesa e concentrata. I quadricipiti bruciano, gli sci vanno dove vogliono loro. Cado e mi rialzo. Arrivo in fondo che il collega si sta già togliendo gli scarponi. “Brava La!” mi dice e io lo guardo in tralice, ma sorridendo: “Dimmi che che un giorno mi divertirò un mondo a fare questo!” Lui sembra soddisfatto lo stesso ed esclama: “Siiiiii….ne sono sicuro! adesso stai seminando…vedrai!”

Dicono anche che dai sassi non vien su niente. Io ho seminato lo stesso.

Staremo a vedere…

dai sassi

26 pensieri su “fatica e sassi

  1. che bella descrizione! dev’essere una sensazione splendida andar su con la neve e poi scivolare su di essa – anche cadendo, non importa! la vista del resto del mondo su una cima ti fa appartenere al cielo!

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    • Credo che quando sai di aver dato il tuo meglio e di continuare a farlo va bene. Anche se i risultati non arrivano subito va bene lo stesso, con le motivazioni giuste si ottengono prima o poi. Un bacione a te cara!

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