ubriaca di roma

Mi gira ancora la testa…Troppo, tutto insieme, troppo poco tempo. Tutto è un’opera d’arte, ovunque si posa lo sguardo uno strato di storia addosso ad un altro. Scorci ovvi visti e rivisti in tv e nei libri diventano reali, tridimensionali. Il Colosseo, il Vittoriano, i Musei Capitolini, l’Ara Coeli, Piazza Navona, la Fontana di Trevi, il Pantheon, San Pietro… Ma sono i dettagli ad ubriacarmi. Abituata come sono a cercare il punto di vista obliquo, il particolare che caratterizza, la peculiarità nel minuscolo. La canicola, il frinire delle cicale, i pini marittimi che giganteggiano, l’acqua fresca dei nasoni, la gente, tanti idiomi che si mescolano insieme, i gesti, quanti colori….mi perdo ad osservare le persone come i monumenti. Sulla metro c’è un moro alto con le orecchie da rugbista, il bracciale con le effigi dei santi e la cartella da studente; i ragazzini dipinti di tricolore che vanno al Circo Massimo per la finale degli europei, già fanno il tifo con tutto il fiato che hanno in corpo, esaltati non immaginando la batosta che si prenderanno appena più tardi; la ragazza di colore che si bacia col fidanzato, si guardano e si sorridono come solo due innamorati possono fare pieni di promesse, bellissimi, luminosi; il tipo strano ingobbito che mi fissa e mi impressiona non poco. Esseri umani. A momenti il caldo è davvero opprimente, ma l’anima è leggera e canta di luce, sorrido a bocca aperta come un cucciolo che vede il mondo per la prima volta fiducioso, ingenuo, neutro come un foglio bianco. La mia amica dice metti via subito il portafoglio, all’uscita della metropolitana aspetta, fermati quei due non mi piacciono, lasciali andare avanti non voglio che ci seguano. Ignara, io l’assecondo e mi affido alla sua esperienza. Da sola qui sarei una preda facile incantata come sono. E il modo di guidare nel traffico del suo compagno, romano d.o.c., spavaldo e rabbioso che ogni tanto se ne esce con delle espressioni che mi fanno schiattare dalle risare, io pensavo parlassero così solo nei film di Verdone invece sono così davvero! e lo dico con tutta la simpatia possibile chiaramente! “Che lo stai a vedè er Cuppolone?” – “Nur t’addobbà” (tradotto non ti inciampare) – “All’anima degli mortacci tua eddè treqquarti der condominio tuo!!!” Dalla mia testa escono rami carichi di immagini, tra i capelli impressioni raccolte e germogliate come foglie. Ecco come Dalì vede la sua compagna. Di tutta la mostra che abbiamo visitato, questo piccolo ritratto di Gala mi rimane dentro. Piccolo e immenso. Ecco in queste righe ho lasciato che si sciogliessero i pensieri e si condensassero i punti di vista. Roma così come mi è rimasta nel cuore: bella, intensa, complicata, pericolosa, pittoresca, multietnica, densa di passato, meravigliosa…

14 pensieri su “ubriaca di roma

  1. Frequento Roma da parecchio e per quanto sia una città molto bella ed evocativa, è anche terribilmente stancante. Le distanze, e i tempi necessari a percorrerle, sono eccessive. Io lo reputo un difetto davvero terribile per una capitale. E chi ci vive stabilmente lo soffre davvero tanto.

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  2. Che non vedo Roma è tanto tempo e forse a dire il vero,così bene non l’ho mai vista.Eppure non sono così lontana.Ci avevo programmato un viaggio breve,da dove abito lo puoi fare in giornata,ma poi c’è sempre qualcosa che….pero’ con questo post me ne hai fatto tornar la voglia.Aspetto solo che il caldo sballi un po’.

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  3. Roma, caput mundi…
    e io che so Rommeooo “er meio der Colosseo”… :-)

    Evvai… la descrizione dell’esperienza in auto con alla guida l’amico romano ed il suo gergo è esilarante… ti ci vedo… :-)
    Fortuna che nun t’ha detto: “lo famo strano”…. ahahahhahahahaah

    Ciao

    Peda

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